Saccheggiare l’Italia, il suo patrimonio
e la sua memoria, sembra da sempre uno
sport facilissimo. A tutt’oggi sono più di un milione le opere d’arte rubate e mai trovate, a partire dall’implacabile
saccheggiatore che fu Napoleone; poi i nazisti (durante la seconda guerra
mondiale sterminato è stato il
patrimonio disperso in Italia: Tintoretto, Raffaello, Botticelli, Canaletto,
Mantegna, Parmigianino…); le consistenti croniche spogliazioni dovute alle dinastie di tombaroli sparse per
ogni angolo d’Italia; i loro mandanti (mercanti,antiquari, collezionisti,
miliardari, speculatori, persino musei
famosi ed aste internazionali, tutti accomunati da una medesima patologia criminale senza scrupoli).
E infine si continua a rubare, alla spicciolata, soprattutto
nelle chiese, negli oratori, nei piccoli musei, nelle case private: opere
trafugate attraverso canali misteriosi, che svaniscono nel nulla. Dove?A chi? Su questa immensa razzia si può leggere il libro di Fabio Isman
“I Predatori dell’arte perduta”.
Le forze
dell’ordine a ciò predisposte non hanno mezzi, fanno ciò che possono e qualche volta riescono
persino a fare miracoli, ma è una lotta impari. A tutt’oggi non esiste una legge che
commini sanzioni vere, assicuri convenienti mezzi e poteri investigativi a chi ha il
compito di difendere il nostro patrimonio
e la nostra memoria.
Albenga, centro storico. |
E Albenga e il suo
territorio? Ripropongo al riguardo, a solo titolo esemplificativo, alcuni stralci di notizie di cronaca degli ultimi tempi. Aprile 2012. Si chiudono le indagini preliminari circa il
ritrovamento di dodici opere d’arte, per un valore di 2,5 milioni di euro,
nascoste in un container all’interno di un cantiere edile d’Albenga: il Mao
Tse-Tung di Andy Warhol, nature morte di Giorgio Morandi, opere di F. Leger, V.
Ghiringhelli, Balthus e due dipinti etnici del XIX secolo.
Luglio
2013. Undici persone, appassionate di immersioni
subacquee, indagate ad Alassio/Albenga
per furto di reperti archeologici, in
particolare 31 anfore romane trafugate su navi adagiate sui fondali del Ponente
ligure; ed inoltre un gladio di
centurione romano, uno scandaglio di profondità romano ed una varietà di
piatti, vasi, cucchiai, chiodi …. Estate
2013. La diocesi di Albenga-Imperia esprime
preoccupazione per i furti nelle chiese. Fra i tanti fedeli e
visitatori vi sono anche ladri di oggetti sacri e di tutto ciò che può essere
facilmente sottratto dalle chiese: messali, candelabri, croci, tovaglie,
statuette, leggii, campanelli, lezionari, quadri, sculture, microfoni … E avanti così …
Santuario di Rezzo (IM) |
Al termine del suo
articolo apparso sul “Corriere della
sera” del 2.8.13 Sergio Rizzo ricordava la
memorabile “assoluzione decretata nel 2004 dal tribunale di Latina chiamato a
processare un signore cui erano stati sequestrati 28 reperti archeologici, tra
cui un set di strumenti chirurgici romani in perfetto stato di conservazione,
con la singolare specificazione che ‘di anfore, piatti di terracotta, crateri e
vasi, manufatti di vario genere, sono pieni i nostri mari e la nostra penisola’.
Abbiamo così tanta roba … Un’anfora in più o in meno, che volete che sia?”
Mi sovviene un “signore
“ di Imperia, ma quanti sono i “signori” di Albenga e dintorni ? Che valga anche qui ad Albenga “un’anfora in più o in meno,
che volete che sia?”
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