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mercoledì 11 settembre 2013

Pèguy: no alle vecchie vergogne.


Cultura e libertà, giustizia e solidarietà,  mistica e politica,  rispetto della persona umana, critica del mondo borghese e dei tradimenti  perpetrati dai compromessi della politica e del sindacalismo,   scandalo della miseria e della povertà,  generale infezione del denaro, unico  vero sovrano e  padrone del mondo: sono  temi ricorrenti dei compositi scritti e dell’agire di Charles Pèguy. Per questo autore non c’è rivoluzione effettiva se non è morale: l’unica via di  rinascita è  rinnovare lo spirito e il cuore di ogni uomo, ritrovare lo spirituale all'interno, anzi nel fondo, del temporale e consentire  l’irrompere festoso della giovane speranza.

Vedi link laterale, Pagine: Pèguy! Persona
                                                   e comunità 
"quando oggi si dice popolo..."

Niente è così ansiosamente bello dello spettacolo di un popolo  che si riprende con un movimento interiore,  con un ripullulare profondo dell’antico orgoglio e uno zampillare degli istinti della razza. Ma più la reazione  è acuta, più sarebbe tragico abbandonarla in pasto agli stessi padroni delle stesse capitolazioni, nelle vecchie mani di tutte quelle vecchie vergogne. Quello che domandiamo è così semplice! Noi chiediamo che vadano  a riposarsi; e che non li rimpiazzino con roba simile. Chiediamo che non restino gli stessi, e non si ricominci.

Dire  la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, dire brutalmente la verità bruta, noiosamente la verità noiosa, tristemente la verità triste…Chi non vuole la verità, quando conosce la verità, si rende complice dei mentitori e dei vigliacchi.

Non si può rifare un ordine sociale umano se non lo si instaura nel cuore dell’uomo.

Noi non siamo uomini che preparano uomini in modo che siano fatti come noi, ma siamo uomini che preparano uomini in modo che siano liberi da ogni servitù, liberi da noi.

Quando oggi si dice popolo, si fa davvero una figura, ed anche una figura abbastanza povera, ed anche una figura assolutamente vana, voglio dire una figura dentro la quale non si può  mettere assolutamente nulla.

Dicono di amare Dio perché non amano nessuno; dicono di essere dalla parte di Dio perché non stanno dalla parte di  nessuno.

(Charles Pèguy)

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