Sergio Michilini, Girotondo |
Da sempre l’arte è segno profondo e richiamo di civiltà: dalla preistoria ad oggi i manufatti artistici documentano e testimoniano i livelli ed i gradi raggiunti dall’uomo, la sua capacità di umanizzare la terra, di leggere interpretare immaginare il mondo, di elevarsi alla trascendenza. Da sempre è espressione di capacità creativa, sulle tracce e sulle orme del Dio biblico che forgia l’uomo dal fango della terra infondendovi il Suo Spirito (Genesi 2,7).
L’arte
appartiene innanzitutto alla comunità, in una prospettiva che non si esaurisce nell’agire
localmente, ma si apre a pensare globalmente.
Ciò significa che il Liceo Artistico di Albenga è
chiamato a porsi a servizio prima di tutto della comunità locale ingauna, assolvendo
la sua funzione educativa senza
presunzione, con l’umiltà di chi esercita
l’arte della maieutica, ben sapendo
che la validità dell’azione
educativa della scuola e la qualità di
vita dei cittadini sono in stretto rapporto. Interlocutori privilegiati non
possono non essere le pubbliche istituzioni (le amministrazioni locali, i
vari uffici della sovrintendenza regionale, le scuole, l’università), le
associazioni, gli operatori artistici e culturali, gli uffici turistici e quanti si sentono responsabili delle bellezze
del mondo.
Albenga, centro storico |
Il
Liceo Artistico si rivolge, come suo oggetto, al bello, strettamente connesso
al vero ed al bene che si richiamano
reciprocamente, come già nell’ideale connessione ellenica di “kalòskaiagathòs” e che rinviano all’inquieto
interrogativo posto in bocca da Dostoevskij ne “l’Idiota” ad un suo
personaggio: “la bellezza salverà il mondo?”
Non
è un interrogativo da poco: come è possibile inondare il mondo cittadino di
bellezza, ospitalità reciproca,
libertà e gioia della creatività?
Sono
convinti amministratori e cittadini che,
se la città viene sensibilizzata
attraverso l’arte ed il libero gioco della
creatività, se la città si accorge che è
possibile una cultura della bellezza e dell’accoglienza, tutti
vivremo meglio? Perché questa è
la parola dell’arte nella comunità, fatta di curiosità intellettuale e di stupore;
parola del bello,
ma insieme parola della speranza, della pace, della convivialità.saper cogliere la bellezza |
Il
Liceo Artistico si carica così di un forte valore simbolico e di un compito
specifico di promozione culturale: quello di
invitare tutti ad essere
“responsabili delle bellezze del
mondo“; quello di educare
alla capacità di leggere interpretare la realtà non solo in termini
produttivi e strettamente economici, ma
anche disinteressati ed “inutili”; quello
di richiamare tutti i cittadini liberi del territorio a riscoprire l’arcano della meraviglia.
Mi piace immaginare così il liceo artistico:
- innanzitutto fedele alla memoria storica di Albenga: al senso della costruzione della città nel tempo, dell’arredo e dell’architettura come scena fissa delle vicende dell’uomo, carica di sentimenti di generazioni, di elementi collettivi e privati; al peso di una realtà che muta da un’epoca all’altra ed alla rilevanza di una realtà permanente che riesce a sottrarsi all’azione del tempo; al Battistero, alle chiese, al centro storico, alle frazioni, alle case, abitazioni, vicoli, giardini, stazione ecc. come opere rappresentative di una società e di una cultura, non storia dei morti ma dei viventi.
Albenga, centro storico |
Mi piace immaginare così il liceo artistico:
- innanzitutto fedele alla memoria storica di Albenga: al senso della costruzione della città nel tempo, dell’arredo e dell’architettura come scena fissa delle vicende dell’uomo, carica di sentimenti di generazioni, di elementi collettivi e privati; al peso di una realtà che muta da un’epoca all’altra ed alla rilevanza di una realtà permanente che riesce a sottrarsi all’azione del tempo; al Battistero, alle chiese, al centro storico, alle frazioni, alle case, abitazioni, vicoli, giardini, stazione ecc. come opere rappresentative di una società e di una cultura, non storia dei morti ma dei viventi.
- vivo e vivace (nel fare lezione, leggere, osservare, discutere,
produrre) non solo nel chiuso di un’aula o di un laboratorio, ma
nella “strada”, in cui si rende visibile
come soggetto culturale nella sua duplice veste di luogo dell’utile e
dell’inutile.
- immerso nella città, impegnato
in nuovi rapporti con il territorio, capace di
misurarsi con i luoghi del vivere individuale e collettivo, teatri del
quotidiano fatto di laboriosità e di circolarità delle relazioni umane, osservatorio di tutti i modi e gli aspetti
del vivere cittadino (ambiente fisico
compreso) dove l’uso della fotografia,del pennello, dell’audio o video…
raggiunge la realtà nella sua datità.
- interattivo con progetti
in rete e pronto a dare ospitalità alle iniziative e manifestazioni
delle altre scuole o di altre agenzie formative e culturali.
-
infine, concretamente, disponibile ad
“abbellire la città” con iniziative
ed azioni permanenti,estemporanee, ricorrenti.
(Penso a laboratori decorazione e pittura, grafica e riprese
filmiche, nel centro storico o nel lungo mare, purchéaperti al pubblico; a lezioni itineranti su temi rivolti
esplicitamente alla cittadinanza); a seminari,
cenacoli, tavole rotonde, conferenze, audizioni, esposizioni e mostre, concerti
musicali, murales…
Tempo
dieci anni e la città di Albenga potrebbe essere pervasa dalla
“leggerezza” del Liceo Artistico: metafora
che ITALO CALVINO, autore a noi
Liguri molto caro, ci ha trasmesso con poche
magistrali pennellate nelle sue “lezioni americane”, sei proposte per il prossimo
millennio” (1985).
“E’ una storia
cinese. Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. il re gli chiese il disegno d'un granchio ... |
Il re gli chiese il disegno d’un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di 5 anni di tempo e d’una villa con 12 servitori. Dopo 5 anni il disegno non era ancora cominciato. “Ho bisogno di altri 5 anni” disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò.
Allo scadere dei 10 anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.”
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